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LE DUE REGINE
Maria Stuarda / Elisabetta I

EmoX Balletto, la giovanissima Compagnia di danza di Beatrice Paoleschi, propone una nuova edizione del dramma di Schiller, Maria Stuarda.

L'autrice ha fatto la scelta originale di concertare i movimenti dei suoi giovani danzatori con quello di due attrici, che interpretano le due regine: Maria Stuarda e Elisabetta I e di avvalersi delle splendide musiche del compositore fiorentino Stefano Burbi, composte appositamente.

A questo si unisce l'eterna seduzione della storia, che ha affascinato generazioni di artisti e che a riesce ad attrarre e coinvolgere il pubblico in modo trasversale.

Il testo è quello di Friedrich Schiller, appositamente adattato da Giulia Lino e Beatrice Paoleschi.

Alle radici del dramma, avvincente nella sua continua tensione verso l'infinito, c'è il conflitto tra le straordinarie personalità delle due regine, nel contesto delle lotte sanguinose tra cattolici e protestanti nell'Inghilterra del 500, e su queste memorabili figure gli autori hanno lavorato dando il meglio di loro stessi.

Grande risalto viene dato ai differenti caratteri delle due sovrane: una, Elisabetta, dalla testa rasata come simbolo della sua dicotomia e della sua ambiguità sessuale, è dilaniata da sentimenti e desideri contrastanti – non vorrebbe condannare a morte la cugina, ma forte è la paura, anzi l'ossessione di poter essere spodestata dal suo trono – e l'altra, Maria Stuarda, dalla fede profonda e con l'animo ricolmo di sentimenti cristiani, che affronta, da martire, con saldezza d'animo e dignità. Memorabile è l’ultimo drammatico confronto fra le due regine, quello che le spoglia di tutto ciò che è contingente: sono due anime a confronto in uno spazio metatemporale al di sopra del modo reale, in un limbo di intimità dove finalmente si mettono al nudo delle loro fragilità una a fianco all’altra. E' una struggente lotta contro sé e contro l’altra che le porta all’inevitabile fine - fisica per l’una, interiore per l’altra – per congiungersi poi nuovamente per l’eternità al di sopra del bene e del male, prefigurando il destino che le vorrà sepolte insieme.

In questo lavoro la struttura classica delle coreografie incontra la moderna ricerca di mobilità delle forme, realizzando un personalissimo gusto estetico della danza contemporanea che qui, in modo particolare, tende ad esaltare al massimo il talento interpretativo e teatrale dei singoli danzatori.

Anche l'impostazione delle musiche di scena originali è essenzialmente classica, utilizzando però un linguaggio moderno che resta nei canoni di un'armonia rigorosamente tonale. Lo struggente tema del martirio, esposto all'inizio dal clarinetto, è il leit-motiv del dramma e accompagna il fluire dell'azione, fino alla sua tragica conclusione.

La scenografia, essenziale nelle sue linee, con un trono nero, quasi sempre presente al centro della scena, scuro nella sua negatività e, con la sua struttura monolitica, carico palesi simbolismi, gli accurati e originali costumi di un maestro affermato come Santi Rinciari, contribuiscono alla straordinarietà di questa nuova Maria Stuarda.

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